FERDINANDO SCIANNA
Ferdinando Scianna
è un fotografo italiano nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943.
Proprio nella sua città inizia a dedicarsi alla fotografia ancora giovanissimo, agli inizi degli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine.
Decide molto presto di diventare fotografo, sconvolgendo i progetti dei propri genitori che lo volevano avvocato o dottore. Giá i primi ritratti delle persone di Bagheria, che Scianna ritrae con tono affettuoso ed allo stesso tempo distante, risultano carichi d’intensitá.
Nel 1961 si iscrive a Lettere e Filosofia presso l’Universitá di Palermo, e la sua passione per la fotografia inizia a strutturarsi. Conosce Enzo Sellerio, a cui mostra le proprio foto, e con cui inizia ad esplorare nuove possibilitá visive ed intellettuali. Sono anche gli anni in cui si forma una coscienza politica determinante per l’evoluzione della sua fotografia, cosí come il vincolo con la propria terra d’origine e le tradizioni siciliane.
Circa due anni dopo fa un incontro determinante per la sua vita professionale e personale: entra in contatto infatti con Leonardo Sciascia, lo scrittore con il quale a soli 21 anni pubblica il saggio Feste Religiose in Sicilia, libro che ottine il prestigioso Premio Nadar. ll libro crea molte polemiche, sopratutto a causa dei testi di Sciascia, che attacca l’essenza materialistica delle feste religiose siciliane. Ma anche le foto del giovane Scianna hanno il loro impatto: “ La fotografia era la possibilitá del racconto di una vicenda umana. Questo il mio maestro mi fece capire, e mi introdusse ad una certa maniera di vedere le cose, di leggere, di pensare, di situarsi nei confronti del mondo”.
Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vive per 10 anni. A Parigi inizia anche a dedicarsi con succeso alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde. “ Mi ritrovavo piú a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive”, racconta Scianna. Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente da Henry Cartier Bresson, che lo inviterá ad essere membro della Magnum nel 1982. Accettata la candidatura decide di tornare a Milano, e lascia l’Europeo per dedicarsi all’agenzia: “L’agenzia é lo strumento di un gruppo di fotografi indipendenti, una struttura in grado di valorizzare il tuo lavoro tanto meglio quanto piú sai utilizzare questo strumento. Magnum continua a sopravvivere secondo l’utopia egualitaria dei suoi fondatori, in modo misterioso riesce a far convivere le piú violente contraddizioni”.
A Milano lavora in maniera indipendente per giornali, e realizza reportage sociali. Inizia anche a fotografare per due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana. Un incontro casuale e non preparato, che dará vita ad una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda. A Scianna viene richiesto di realizzare fotografie di moda inserendo la splendida modella Marpessa nei contesto della sua Sicilia. Scianna riesce a mescolare magistralmente i registri visivi del mondo della moda con l’esperienza del fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della fotografia di moda. É un successo che lo porterá a collaborare con prestigiose riviste internazionali ed a realizzare altri servizi di moda in cui affianca con maestria artificio ed autenticitá.
Questa improvvisa ed inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove esperienze, parallele a quelle piú tradizionali del fotogiornalismo: pubblicitá e fotografie commerciali, senza mai peró abbandonare il reportage sociale, i ritratti ed il giornalismo: “Adesso, con immutata passione, divertimento ed ironia, opero nei campi piú diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicitá, il reportage e cerco piú che mai di fare ritratti. Inoltre recupero materiale dal mio archivio fotografico per numerosi progetti. Nelle mostre non faccio distinzioni tra le immagini nate dal lavoro di fotoreporter a quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte, in una continuitá che é poi quella della mia pratica professionale”.