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GUALTIERO NATIVI

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Gualtiero Nativi

nasce nel 1921 a Pistoia. Ha partecipato ai movimenti d'avanguardia del dopoguerra: subito dopo la liberazione ha fatto parte del gruppo raccoltosi intorno a "Torrente" (1945). È stato tra i fondatori del gruppo "Arte d'Oggi" (1947) e firmatario del Manifesto dell'Astrattismo Classico (1950). Ha fatto parte del Gruppo Espace di Parigi. Tra i vari premi (Golfo della Spezia 1950, Premio del Fiorino 1960, 1961, 1964, 1969, Capo d'Orlando 1963, Termoli 1964, Pontedera 1956, Città di Lucca 1966, Città di Fiesole 1965, Verona 1969), gli è stato conferito nel 1977 il premio "Cino" della città di Pistoia. Sue opere figurano in collezioni private e pubbliche, nelle gallerie d'arte moderna di Firenze, Roma, Torino, New York, Rio de Janeiro, Santiago; nella Galleria degli autoritratti e nel Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi, e nelle raccolte comunali di Firenze, Arezzo, Gallarate, Livorno, la Spezia, Forte dei Marmi, Poggibonsi. Pontedera, Termoli, Jesi, Fiesole, Pistoia, S- Gimignano. 

Nell'arco della sua attività, pur avendo allestito un numero abbastanza contenuto di esposizioni personali a Firenze, Milano, Roma, Torino, Genova, Venezia, ha tuttavia partecipato attivamente alle più importanti rassegne di arte contemporanea in Italia e all'estero: come, per esempio, le ormai storiche mostre di arte astratta alla galleria d'arte moderna di Roma (1951-53-55), alle Quadriennali di Roma, alla biennale di Venezia (1952), alle mostre di arte italiana nei musei d'arte moderna di Vienna, Belgrado e Zagabria, alla Biennale internazionale di S. Paolo del Brasile, a numerosi premi nazionali. Nel 1982 gli è stata dedicata dal Comune di Pistoia una importante mostra antologica nella Fortezza di Santa Barbara; nel 1983 dal Comune di Fiesole nella Palazzina Mangani; nel 1984 dal Comune di Spezia al Centro Allende, nel 1985 alla Galleria d'Arte Moderna di Gallarate e nel 1988 al Museo di S- Apollonia a Venezia. Il suo lavoro di tutti questi anni è stato improntato da un'accanita volontà di approfondire quelle che erano state le premesse dell'Astrattismo Classico (1948-50). Enrico Crispolti evidenzia nelle opere di Nativi "una declinazione in filtro mentale, una ricerca di estrema contenutezza nella costruzione dei rapporti, degli equilibri, delle forme e degli elementi negli spazi. Una volontà e capacità estrema ("capacità critica" la chiamava Migliorini) di controllo, che nella perfezione delle connessioni delle forme e delle valenze cromatiche esprime un rigore di razionalItà una concentrazione, una moralità che esce dai confini dell'opera". Dal canto suo Piero Pacini ha individuato nella pittura di Nativi "una toscanità che lo imparenta a due artisti altrettanto toscani e europei, quali Magnelli e Severini, e che lo ha portato per decenni a perseguire utopisticamente ma con tenacia e lucidità mentale un antico sogno umanistico prodotto da civiltà raffinate in una situazione di elevato equilibrio spirituale e proteso a affermare - a rendere visibile - quanto di più elevato si affaccia all'immaginazione dell'uomo". 

Muore nel 1996 a Greve in Chianti.

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